LA SUBLUSSAZIONE VERTEBRALE

Oggetto principale dell’attività chiropratica è la sublussazione vertebrale. Esiste la sublussazione quando una vertebra perde il normale allineamento superiore ed inferiore, oppure quando una vertebra perde il suo movimento normale. Queste posizioni o movimenti impropri delle vertebre possono irritare, torcere, stirare o comprimere questi nervi delicati, impedendo all’energia vitale di scorrere correttamente attraverso il nostro corpo. Come conseguenza della comunicazione essenziale ostacolata, l’appropriato funzionamento dei tessuti, organi e sistemi forniti da questi nervi può risultare compromesso.
Il compito del dottore in chiropratica è di rimuovere la sublussazione, consentendo all’impulso mentale di raggiungere le cellule tessutali e sostituire quelle anormali con nuove cellule normali. Questa è la guarigione… Quando una sublussazione è corretta e se ne evita la ricorrenza, in modo che le cellule ricevano l’impulso mentale in condizioni ottimali, l’organismo beneficia di una maggiore capacità di guarire e di mantenersi sano.

LE CAUSE DELLE SUBLUSSAZIONI

Qualunque stress fisico, chimico o mentale/emotivo superiore alla resistenza interna provocherà una sublussazione…
Alcuni esempi di stress fisico: colpo di frusta/incidenti d’auto, il trauma subito dal nascituro durante il parto, cadute e traumi, vita sedentaria, lavoro eccessivo, posizioni errate, zaini pesanti, onde elettromagnetiche, sforzi fisici impropri, e molti altri…
Alcuni esempi di stress mentale o emotivo: insufficiente riposo, colpevolezza, rabbia, ansietà, depressione, paura, problemi finanziari, difficoltà con relazioni personali, problemi di lavoro, e molti altri…
Alcuni esempi di stress chimico: alcool, caffeina, nicotina, pesticidi, tossine di ogni genere, droga, inquinamento ambientale, deficienze nutrizionali, cibi processati e raffinati, farmaci, e molti altri.

I CINQUE COMPONENTI DELLA SUBLUSSAZIONE

1. CHINESIOPATOLOGIA SPINALE:
Disallineamenti vertebrali ed alterazioni della mobilità spinale. Traumi fisici, chimici e mentali/emotivi possono causare gli squilibri vertebrali e provocare gli altri quattro componenti.
2. NEUROPATOLOGIA:
Danno e disfunzioni del sistema nervoso). Una scorretta mobilità o malposizione della ossa vertebrali, può irritare, torcere, stirare e comprimere nervi e tessuti neurologici delicati. Questo può danneggiare la funzionalità dei tessuti, degli organi e dei sistemi controllati da questi nervi.
3. MIOPATOLOGIA:
Disfunzioni dei muscoli. I muscoli che sostengono la colonna vertebrale si possono indebolire ed atrofizzare o irrigidire e causare spasmi. Questo a causa della presenza di tessuto cicatriziale e di aderenze che rendono i muscoli poco elastici.
4. ISTOPATOLOGIA:
Alterata funzionalità dei tessuti molli – dischi, legamenti, tendini. Anche i dischi intervertebrali, i legamenti ed altri tessuti molli possono essere oggetto di disfunzioni. Questi importanti tessuti hanno una scarsa irrorazione sanguigna; pertanto, il più delle volte, richiedono cure costanti anche dopo l’alleviarsi dei sintomi.
5. PATOFISIOLOGIA SPINALE:
Decadimento della colonna e disfunzionamento dell corpo. Con il tempo, la salute della colonna vertebrale degenera ed il corpo risponde con l’insorgenza di becchi osteofitici (sporgenze dell’osso), i quali si fondono tra loro, creando blocchi vertebrali. Anche altri organi e tessuti possono degenerare, se i nervi a loro afferenti sono stati danneggiati.

IL DECADIMENTO DELLA SUBLUSSAZIONE

I denti possono cariarsi senza segnalare alcun sintomo. In un modo analogo, le vertebre possono decadere senza che se ne avvertano i sintomi ovvi. Non sarebbe assurdo prendere anti-dolorifici per le carie invece di curare i denti? Trascurando le sublussazioni si arreca un serio danno alle vertebre e si compromette la salute. Ovviamente sarebbe prudente correggere queste sublussazioni invece di nascondere i sintomi oppure aspettare che sopraggiunga un danno peggiore. La sublussazione determina un’interferenza nervosa che si riflette sulle parti del corpo governate dai nervi interessati. La sublussazione provoca alterazioni sia della struttura ossea che dei nervi che, se ignorate, tendono ad aggravarsi con il tempo. Queste alterazioni si manifestano come una degenerazione progressiva definita “decadimento della sublussazione”. Conoscendo il tipo e la quantità dei danni provocati, è possibile determinare con una certa approssimazione il momento di insorgenza della sublussazione.

Il noto medico William H. Kirkaldy-Willis, ricercatore scientifico, propone un modello di 5 fasi di decadimento. Per semplificare le fasi, un modello di decadimento con tre o quattro fasi è frequentemente usato come quello presentato qui di lato:

Condizione normale
Questa è una radiografia cervicale laterale. Come nelle altre immagini di questa pagina, il paziente è rivolto verso la destra dello schermo, pertanto è visibile il lato sinistro del collo. Possiamo definire quest’immagine una colonna vertebrale “normale.” Confronta questa colonna vertebrale con le altre immagini di questa pagina. Nota la naturale curva anteriore del collo, che contribuisce ad assorbire gli urti. Nota che ciascuno degli spazi intervertebrali tra C2 (la seconda vertebra cervicale) e C7 sono marcati e regolari, anche questa una condizione normale. Nota inoltre che le porzioni frontali (a destra della radiografia) di ciascuna vertebra (chiamate ‘corpo’ vertebrale) sono discretamente squadrate con contorni lisci e ben definiti: questa è la condizione normale della porzione cervicale della colonna. Le vertebre normali delle altre porzioni della colonna hanno caratteristiche simili a quelle che vediamo qui. Le sublussazioni non corrette provocano inesorabili alterazioni progressive che pregiudicano sia la struttura che la funzione della colonna vertebrale, oltre a danni neurali e ai conseguenti problemi causati dall’anomalia degli impulsi nervosi.
Prima Fase
La prima fase della degenerazione della sublussazione si riscontra nelle sublussazioni presenti per periodi fino a vent’anni. Questa fase è caratterizzata da perdita o riduzione della normale curvatura della colonna. In questo esempio, puoi vedere come sia sparita la naturale curva anteriore (lordotica). La colonna ha addirittura sviluppato una curvatura del collo opposta. Inoltre, gli spazi intervertebrali presentano una lieve alterazione della forma. Un elemento positivo è la condizione dei corpi vertebrali (la parte anteriore e squadrata delle vertebre) che ancora mostrano contorni lisci. Il movimento segmentale potrebbe essere alterato, ma il movimento complessivo è probabilmente normale. Oltre l’80% delle persone affette da degenerazione della sublussazione in prima fase non avvertono dolore. Per questo, se non si interviene, la degenerazione di prima fase progredisce nel tempo fino a raggiungere la fase successiva.
Seconda Fase
La seconda fase della degenerazione della sublussazione si riscontra generalmente nelle sublussazioni presenti per un periodo variabile tra i 20 ed i 40 anni. Questa fase ha alcune caratteristiche in comune con quella precedente, tra cui la perdita della curvatura e della posizione naturale e l’alterazione del movimento segmentale. Oltre a ciò, la colonna vertebrale con degenerazione di seconda fase spesso manifesta una riduzione dell’ampiezza di movimento dell’area cervicale. La radiografia già evidenzia accumuli di calcio su alcune porzioni della colonna. Per queste alterazioni si utilizzano diverse definizioni, fra cui artrite o osteofitosi. Gli spazi tra le vertebre interessate sono visibilmente ridotti e possono apparire completamente schiacciati. Sebbene la maggior parte delle persone affette da degenerazione della sublussazione di seconda fase non abbia sintomi, alcuni possono iniziare ad accusare rigidità e indolenzimento. Ancora, se non si interviene la degenerazione di seconda fase progredisce lentamente verso la fase successiva.
Terza Fase
La terza fase di degenerazione della sublussazione è il risultato di sublussazioni portate avanti per periodi compresi tra i 40 ed i 65 anni. Questa fase mostra le stesse caratteristiche della precedente, ma in forma più grave. Le curvature sono anomale, gli spazi intervertebrali sono ampiamente ridotti ed alterati. In questa fase gli accumuli di calcio sulle vertebre sono importanti. Generalmente, i pazienti con degenerazione di terza fase mostrano un’ampiezza di movimenti limitata e probabilmente altri sintomi. La forma delle vertebre appare chiaramente alterata. La radiografia evidenzia sporgenze calcificate, i cosiddetti ‘becchi osteofitici’. Questo non vuol dire però che alla fine del trattamento saranno eliminati tutti o anche solo alcuni dei becchi osteofitici: spesso il corpo è in grado di adattarsi alla presenza di questi depositi di calcio e pertanto i progressi del paziente possono essere valutati esclusivamente in termini funzionali. Anche in questo caso, se non individuata, la degenerazione di fase tre progredisce lentamente verso la fase successiva.
Quarta Fase
La degenerazione della sublussazione in quarta fase corrisponde alle sublussazioni lasciate indisturbate per oltre 65 anni. La fase quattro rappresenta una condizione particolarmente grave con importanti conseguenze su qualità e aspettativa di vita del paziente. L’imponente danno neurologico, provocato negli anni dalla sublussazione sfociata in una fase quattro, costituisce una seria minaccia per lo stato di salute del paziente. Gli esami radiografici alla quarta fase mostrano severe alterazioni strutturali. Le vertebre esibiscono importanti becchi osteofitici, gli spazi intervertebrali non sono chiaramente distinguibili e le ossa appaiono fuse tra loro. In queste condizioni, il paziente soffre di gravi limitazioni della mobilità e probabilmente di diverse altre affezioni. In fase quattro non è possibile alcuna terapia di ripristino, ma si può intervenire per ridurre la sublussazione al fine di migliorare la qualità della vita. I pazienti con degenerazione di quarta fase presentano condizioni strutturali e neurologiche particolarmente gravi, ma non sono affatto senza speranza. Molti pazienti in questa fase conseguono miglioramenti significativi di sintomi, condizione, mobilità e qualità della vita.